Riportiamo qui le omelie (e l’intervento introduttivo) del Parroco don Mario per la S. Messa a Vetrego del 31 dicembre 2020 e la S. Messa del 1 gennaio 2021 con l’intenzione di meditare insieme questo passaggio d’anno per le nostre due parrocchie nella vita della Città e della Chiesa.

 

SAN SILVESTRO I, PAPA

31 dicembre 2020


SAN SILVESTRO

Introduzione alla S. Messa

Celebriamo questa S. Messa nella chiesa parrocchiale di Vetrego nella sera dell’ultimo giorno dell’anno civile 2020 con l’intenzione di pregare per le due comunità di San Silvestro e San Leopoldo insieme.

Siamo due piccole comunità. Dei nostri battezzati solo una ridotta parte, probabilmente una percentuale che varia dal 5 al 10% è ancora assidua alla vita parrocchiale e ai sacramenti. Ma questo resto d’Israele è vivace e spesso felice di partecipare, di prendere iniziativa, di farsi portatore della gioia del Vangelo tra coloro con i quali condivide la fede e tra quanti sono più distaccati o indifferenti. Il Signore ce l’ha preannunciato: avremmo dovuto essere sale e luce, lievito nella pasta del mondo. Questo molte volte ci affatica e ci disorienta, specialmente se abbiamo memoria di esperienze di Chiesa assai diverse, in tempi o luoghi che non sono quelli di oggi. Ma il Signore non ci abbandona.

Insieme vogliamo ringraziare per i doni ricevuti in questo anno ed insieme chiedere perdono di quanto non abbiamo compiuto secondo il suo Vangelo. Ricorderemo i Battezzati e i Defunti per i quali ci siamo riuniti in preghiera nel corso dell’a nno che va concludendosi.

Oggi la Chiesa fa memoria del Santo Patrono di questa Parrocchia di Vetrego: S. Silvestro I, papa. A lui ci rivolgiamo con fiducia, perché ci accompagni nel passaggio al nuovo anno 2021 e benedica il nostro rinnovato impegno a servizio di Dio per il bene di tutti i fratelli e le sorelle, con i quali condividiamo la vita famigliare e cittadina, ed in quella fraternità universale che tutti ci unisce senza distinzione di credo, cultura o lingua.

Omelia

L’ultimo giorno dell’anno la Chiesa celebra San Silvestro I, papa.

Il Papa della Chiesa finalmente libera dalle persecuzioni e autorizzata ad uscire in piena luce nella sua vita missionaria e pastorale.

È un orizzonte grande e non privo di ambiguità quello che fa da sfondo alla figura di questo Santo, Patrono della Parrocchia di Vetrego e che poniamo accanto a San Leopoldo e San Francesco anche per la Parrocchia di Mirano.

Le persecuzioni dei primi secoli non furono costanti e universali. Ma alcune furono assai feroci, altre meno intense e violente, alternandosi a tempi di tolleranza o indifferenza. Poi la fede cristiana divenne maggiormente accolta, fino ad essere persino religione di stato e molto spesso usata a fini politici.

Oggi la Chiesa soffre molto più di quanto abbia mai patito nelle sue membra nei primi due millenni. Ricordiamolo, mentre entriamo in una chiesa, in questa chiesa, o quando facciamo un segno di croce… perché la croce è ancora dolore e oppressione, emarginazione e persecuzione in varie parti del mondo.

Il Signore Gesù però non abbandona. È lui il pastore di cui parla Ezechiele e in nome suo i pastori della Chiesa sono inviati nelle comunità cristiane a vivere gli stessi sentimenti: “Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte…”. Quest’opera pastorale è di tutta la Chiesa, è la sua missione piena di carità e responsabilità per il mandato ricevuto.

Il mandato pastorale, quello che Pietro riceve da Cristo, è frutto di una risposta di fede, germoglia da un dono che viene dall’alto.

A Natale il Prologo di San Giovanni cantava: “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.” Oggi l’evangelista Matteo ricorda quanto Gesù riferisce a Pietro dopo la sua confessione: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”. Questa espressione del Signore è di una densità e di una delicatezza disarmante. Antidoto ad ogni superbia del cuore umano.

La fede è dono. E quanti ritengono di avvertirne la verità, riconoscerne la presenza, accogliendone con gioia la responsabilità e la pace, qualunque sia il loro posto nella vita della Chiesa, debbono anche con grande delicatezza accostarsi ai fratelli e alle sorelle nella fede ed in umanità consapevoli che lo stesso dono di Grazia giunge in maniera differente nel cuore di ciascuno.

Ed ancora siamo invitati a portare attenzione alle ferite e alle fatiche di ogni persona, così come ai doni e ai carismi. Il potere nella Chiesa è servizio. E dobbiamo respingere con decisione ogni forma di arroganza o prepotenza, anche velata da bei modi o da forme di autoinvestitura. Chi presta un servizio nella Comunità dei credenti non lo fa mai a titolo personale, ma sempre su di un mandato che corrisponde ad un atteggiamento di fede umile e totalmente gratuito.

Il Signore è il pastore di noi tutti e “ci guida per il giusto cammino”. Il cammino è sempre frutto di un discernimento e non di semplici convinzioni o passioni personali. Il cammino può portare lontano dai sentieri già noti. Tra quei pescatori di Galilea, con Simone figlio di Giona, chi avrebbe mai immaginato di uscire dalla Galilea e dalla terra di Israele per solcare il mare o percorrere le città d’Asia e di Grecia… fino alla città di Roma?!

E noi oggi ci chiudiamo e talvolta ci scontriamo solo perché ci viene chiesto di realizzare delle attività con altre parrocchie o ci è proposto un impegno oltre i nostri orizzonti personali, famigliari o di paese…  Basta un nulla a volte per creare conflitti, presentare resistenze granitiche, abbandonare la partecipazione alla vita della comunità…

Avere il primo Papa della Chiesa libera e universale come Santo Patrono ci impegna a non avere confini, a prenderci cura della nostra stanza, della nostra casa, del nostro giardino, del quartiere, della frazione, della città e del mondo con lo stesso amore, con la stessa dedizione e generosità… perché abbiamo un unico Dio e Padre, e Cristo è il nostro solo Signore, IL SUO Spirito agisce in tutti.

Ringraziamo Dio in questo anno 2020, perché, nonostante la prova ardua cui la pandemia ci sta sottoponendo, abbiamo potuto continuare un’azione pastorale premurosa e prenderci cura di una vita spirituale per nulla scontate. La catechesi, le proposte di AC e i vari incontri online, comprese le Ss. Messe o i momenti di preghiera, l’iniziativa Estate AttiVa e l’uscita Next to You che hanno permesso a bambini, ragazzi e giovanissimi ancora un poco di esperienza comunitaria. La continuità dell’opera di Caritas per i più bisognosi come il sostegno al Cesvitem e a Casa San Raffaele oltre ai consueti contatti missionari in Africa e America Latina. E poi le proposte musicali, culturali e oratoriali organizzate insieme al NOI San Francesco. La creativa ed innovativa offerta delle Acli di Mirano, il servizio degli instancabili volontari per l’accoglienza e l’igienizzazione degli spazi parrocchiali, il lavoro vivace del gruppo di genitori, che a Vetrego si sta dedicando a tante necessità degli ambienti parrocchiali con una visione bella e promettente per il futuro… Ed il progetto realizzato dell’adeguamento antisismico della Scuola dell’Infanzia di Vetrego… una sfida affrontata e compiuta con grande coraggio e speranza, così come il cammino della rete delle scuole paritarie che ha dato il via al Polo Infanzia 06… una visione di collaborazione e di integrazione tra parrocchie inedita per il nostro territorio…

La visita del Vescovo Michele ha poi confortato e confermato tutti gli sforzi profusi fino ad ora nonostante i non pochi corvi e profeti di sventura che nascosti alimentano voci inutili e appesantiscono relazioni e sforzi generosi… L’espressione del nostro Vescovo, che abbiamo appeso all’esterno della nostra chiesa parrocchiale nel giorno della sua visita, “Se ci sei sono felice e se non ci sei mi manchi” è un progetto pastorale, un orientamento davvero evangelico della vita della Chiesa, che ci spinge a stimarci e motivarci vicendevolmente senza stancarci mai, non per bonarietà e falso perbenismo, ma per fede, per coerenza al Battesimo ricevuto, che ci ha innestati nell’unica Vite e ci ha resi gli uni membra degli altri, in un solo Corpo.

Il canto del Te Deum si conclude con l’affermazione: “Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno”. Possa davvero essere questo il solenne impegno delle nostre comunità. Guardare al Signore e attraverso di Lui ai fratelli e alle sorelle, che non sono di principio nostri avversari, nemici o competitori, pericoli sempre incombenti sulla strada verso il raggiungimento dei nostri obiettivi, ma piuttosto alleati, amici, collaboratori, opportunità per migliorarci e crescere nella fede, nella carità, nella speranza.

Il 2020 si conclude con dei puntini di sospensione, perché proprio nel 2021 attendiamo si concluda la pandemia e si possa ripartire con entusiasmo e concretezza, con grande realismo rispetto alle difficoltà accumulate, ma pure con fiducia nella visione d’insieme che sempre è raggiunta dalla luce del Risorto.

Preghiamo San Silvestro e la Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, insieme a San Leopoldo Mandic e San Francesco d’Assisi, perché intercedano per tutti noi e ci accompagnino sulla via del pastore e del confessore della fede, la via della prossimità e della gioia, la via della cura e della speranza nella comunione che solo lo Spirito Santo rende davvero possibile, accompagnandoci su strade di riconciliazione e di unità.

SANTA MARIA

MADRE DI DIO

1 gennaio 2021

tenerezzaOmelia

“E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: -Abbà, Padre!- ”. (Gal)

Il primo giorno dell’anno la Chiesa volge lo sguardo a Maria, Madre di Dio. E così ci viene solennemente confermato che Dio si è fatto realmente uomo… figlio come noi… Nel Bambino Gesù la voce dello Spirito di Dio diverrà parola umana pronunciando quelle espressioni che da sempre manifestano quanto di più tipico ed essenziale noi tutti condividiamo: “Mamma, papà!”…

“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore.” (Lc)

Tutto ciò che avviene al Figlio di Dio trova eco immediato nel cuore e nella carne della Madre. A Maria Madre di Dio guardiamo questo 1° gennaio 2021 prendendo tra le mani il messaggio di Papa Francesco per la 54^ Giornata Mondiale della Pace “La cultura della cura come percorso di pace”.

Scrive il Santo Padre: “(gli eventi) che hanno segnato il cammino dell’umanità nell’anno trascorso ci insegnano l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza”. A queste sue parole si aggiungono quelle del Presidente della nostra Repubblica, che ieri sera affermava “questo è tempo di costruttori”.

Contemplare Maria, Madre di Dio significa osservare la cura che il Figlio di Dio ha ricevuto, mentre proprio la vita ed il Vangelo di quel Figlio manifestavano al mondo la cura del Padre, Dio e Creatore, per tutti noi.

Questa cultura della cura informa tutta la Dottrina Sociale della Chiesa, anzi proprio i suoi principi basilari (dignità e diritto della persona, bene comune, solidarietà e salvaguardia del creato) ne sono il fondamento.

“Dobbiamo fermarci e chiederci: cosa ha portato alla normalizzazione del conflitto nel mondo?” è la domanda che ci arriva diritta al cuore nel messaggio di Papa Francesco.

Città insicure, bambini che non possono studiare, uomini e donne che non possono lavorare, carestia, fuga di popoli, sradicamento di famiglie e culture…. Tutto questo, denuncia il Papa, porta e a questo conduce ogni genere di conflitto.

Le diverse “crisi tra loro fortemente interrelate” nel 2020 ci hanno fatto prendere coscienza “di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme” perché “nessuno si salva da solo”.

Il Papa torna su parole forti ed insistenti del suo magistero. Ma non denuncia solo i problemi e neppure illumina solo la situazione a noi tutti comune.

Indica un percorso… un necessario “processo educativo” che coinvolge: famiglia, educazione (scuola e università, comunicazioni sociali), religioni, organizzazioni internazionali.

“Impegniamoci ogni giorno concretamente per formare una comunità composta di fratelli che si accolgono reciprocamente prendendosi cura gli uni degli altri”.

Eccoci allora con Maria a meditare nel nostro cuore quanto l’apostolo Paolo descrive così: “Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna… perché ricevessimo l’adozione a figli”.

“Vergine Madre, figlia del tuo figlio” scriveva il sommo poeta Dante nella sua Divina Commedia.

Maria, Madre di Dio non solo ci è madre, ma è anche nostra sorella, perché il suo cuore mentre si prendeva cura del Bambino Gesù, apprendeva anche pienamente il Vangelo che ci genera tutti come figli nel Figlio, tutti figli di Dio e tutti fratelli.

La fede nel Cristo non è un’ideologia astratta, una qualche formula scientifica, non è una teoria politica, non è una magia… Essa invece trova nella nostra umanità l’eco più vera. I bambini nella loro semplicità già dicendo “mamma, papà!” ci attestano la verità del Vangelo e ci richiamano alla necessità della cultura della cura.

Maria Madre di Dio è con noi tutti figlia di Dio. Proprio questo specifico messaggio della fede della Chiesa ci esorta ritrovare quella chiamata alla maternità e alla paternità, e dunque quella vocazione alla cura per l’altro, che è insito nella nostra natura umana. Sia il 2021 un anno nel quale, come credenti in Cristo Gesù, Figlio di Dio e Salvatore, ci facciamo messaggeri del Vangelo della cura, operatori di una cultura della cura, costruttori di una società che si prende cura delle fragilità, che sia benedizione.

“Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace.” A ciascuno di voi: Felice Anno Nuovo!

 

 

PASSAGGIO D’ANNO E CULTURA DELLA CURA